mercoledì 12 marzo 2014

"Falsi dèi" al Work[in]Co: il video della presentazione.



Grazie a Simone Conti, autore delle riprese effettuate con un cellulare, ecco il filmato della presentazione che si è svolta presso i locali del Work[in]Co, a Roma, lo scorso 28 febbraio.
Ancora grazie a Beatrice Amodeo e Giorgia Amoruso (del Work[in]Co) per la generosa ospitalità con tanto di buffet, a Barbara Sbrocca (la presentatrice) e Alfonso Prota (l'attore).
Per vederlo cliccate: QUI.

mercoledì 8 gennaio 2014

Cambiare la storia per conoscerla meglio... divertendosi. Un incontro con Giampietro Stocco.

La ripubblicazione del romanzo ucronico "La corona perduta", di Giampietro Stocco, romanziere, giornalista e fine conoscitore della storia al punto di divertirsi a immaginarne spesso versioni parallele o alternative, è stata l'occasione per immergersi nella piacevolissima lettura di questo romanzo e, successivamente, incontrarne l'autore nell'intervista che segue.
La trasformazione della storia in chiave fantastica può diventare uno strumento per approfondirne la conoscenza e, con l'occasione, divertirsi, sia nello scriverla, che nel leggerla. Un autore con le idee chiare, e non solo su questo. Ma andiamo nel dettaglio...


Ciao Giampietro, e benvenuto su queste pagine. È da poco uscita la riedizione de “La Corona perduta”. Si tratta anche in questo caso, come per tuoi precedenti romanzi, di una storia ucronica, ovvero ambientata in uno scenario di storia alternativa. Vuoi dirci qualcosa sulle ragioni che ti spingono a perseguire questo filone?

L'editore genovese Marco Cordero si è innamorato de La Corona Perduta dopo che questa uscì originariamente per i tipi di Short Stories nel 2008, cosa di cui ancora ringrazio gli amici Giorgio Sangiorgi e Luca Oleastri, che ne curò delle splendide illustrazioni. Quanto all'ucronia e del perché questo genere, bè, è questione ormai di un decennio circa, da quando cioè pubblico romanzi. Diciamo che è il mio modo di costruire mondi, giocare con la storia e con l'avventura. E divertirmi, shakerando, a vedere qual è il cocktail che ne viene fuori. In questo caso, la mancanza di Napoleone Bonaparte ci porta a un mondo di monarchi e di nobiluomini che si affianca a pulsioni avveniristiche. Ma mancando una dimensione democratica, ecco che la storia è storia di individui illustri, come dice l'ottimo Nico Gallo nell'interessantissima prefazione al mio romanzo. Un piccolo saggio che secondo me vale da solo l'acquisto del libro.


È possibile che una narrazione ucronica, soprattutto se organica e piena di precisi riferimenti come nel tuo caso, rischi di pregiudicare o alterare la conoscenza della storia (quella “del nostro universo”)?

E perché mai? Il cosiddetto revisionismo storico funziona, o dovrebbe funzionare solo nel caso si ignorino, e pesantemente, le basi reali della storia nella nostra linea temporale. Io scrivo ucronie raccomandando sempre a chi legge di documentarsi. Ragionare controfattualmente è per me uno stimolo alla conoscenza della storia, non alla sua negazione e tantomeno a operazioni ideologiche di stampo nostalgico.

Il che significa che bisogna conoscere la storia per scrivere un romanzo ucronico... Che consiglio daresti a chi intenda affrontare un simile genere?

Bisogna conoscerla bene, o quantomeno documentarsi per bene. Quindi il primo consiglio è leggere. Non limitarsi a quanto c'è su rete, che comunque è molto, ma andare per biblioteche, tirare fuori aneddoti, insomma, fare ricerca. Una solida base è fondamentale, esattamente come accade per chi scrive romanzi storici. Poi creare una linea temporale, uno schema, da cui provare, per esempio, a togliere di mezzo Napoleone Bonaparte e a far caso a quanti eventi di capitale importanza, primo tra tutti la Rivoluzione Francese, ne vengano drasticamente influenzati. Poi selezionare, per evitare di perdersi, e cercare la storia da cucire dentro questo schema. Ci si stupirà di quante ne possano uscire. La Corona Perduta è solo una delle contro-storie possibili.

Ne “La corona perduta” la deviazione della storia dal suo flusso canonico scaturisce appunto dall’assassinio di Napoleone per mano di un italiano. Pensi che le moderne democrazie occidentali non sarebbero mai nate senza il suo contributo? Voglio dire, alla lunga gli ideali laici, egualitari e anti-monarchici che animavano la rivoluzione francese furono traditi anche dal Bonaparte, che si dichiarò Re d’Italia e Imperatore dei Francesi, e il Congresso di Vienna mirò in ogni caso a rimuovere sistematicamente gli effetti del suo passaggio e della sua esistenza. A cambiare così drasticamente la nostra storia, insomma, è stato davvero Napoleone?

Direi di sì. Senza l'affermazione di un assolutismo laico quale il suo, gran parte dello Stato contemporaneo non sarebbe stato possibile. Di sicuro non la Francia che conosciamo. De Gaulle senza Bonaparte non è immaginabile. Così come la “grandeur” francese. O le basi del nostro stesso diritto. L'impero di Napoleone è poi quanto di meno monarchico e legittimista si può immaginare; è più vicino a una dittatura con commistioni ereditarie che non a una forma imperiale classica. E l'esperienza fu così devastante per le monarchie, che non a caso il Congresso di Vienna tentò di rimuoverla. Ma ormai era troppo tardi. Fosse stato stroncato sul nascere, invece, questo tentativo, sono convinto che la Restaurazione sarebbe stata più radicale e conservatrice, un po' come la descrivo io ne La Corona Perduta.

Veniamo più dalle nostre parti: nello scenario che hai creato, Genova è una metropoli moderna e multiculturale, e svolge un ruolo centrale dal punto di vista della politica europea, fino a farsi promotrice di un “Risorgimento italiano alternativo”. Roma, ancora capitale dello Stato Pontificio, è una città tutto sommato ancora poco integrata nella modernità. Da romano di nascita e genovese di adozione, sono scelte esclusivamente dettate da esigenze narrative o c’è dell’altro?

Ho cercato di sviluppare una Genova che da periferia d'Europa, ma ricca repubblica aristocratica, si evolva in una sorta di Stato plutocratico che si avvantaggi dei nefasti del decaduto vicino francese. Con l'aiuto di qualche politico di rilievo e le amicizie giuste fra le grandi Potenze, una Genova così si sarebbe potuta levare qualche soddisfazione diplomatica e geopolitica. A patto di essere meno riservata sulle proprie aspirazioni, ovviamente. Roma senza l'esperienza repubblicana, carbonara e garibaldina, cosa poteva essere se non periferia d'Europa e del mondo? Non a caso il mio papa alternativo, Giulio VI, prova a scagliare un masso nella palude. E che masso...

Hai affidato un ruolo primario a un aristocratico genovese, un personaggio intrigante, divertente e ben riuscito. Perché hai scelto un nobile, un rappresentante, suo malgrado, dell’ancien regime e non un popolano, un uomo oppresso, per dirigere le fila della ribellione all’oppressione? Per inciso, anche uno dei suoi fidi aiutanti è in realtà un nobile sotto copertura...

La risposta la dà Nico Gallo nell'introduzione: come accennavo prima, senza la dimensione borghese e democratica, che si devono per converso alla figura di Napoleone, il primo a incarnare il despota del XX secolo, ecco che tutto deve passare necessariamente per l'individuo. Se un moto di popolo viene represso da una guerra di monarchi, quale è stata quella delle grandi Potenze contro Napoleone – simile in parte a quella della coalizione che si mobilitò un secolo dopo contro la Russia bolscevica – ecco che a voler cambiare le cose rimangono i singoli illuminati. Gian Filippo Spinola a suo modo è un progressista, ma dentro di sé non mette in discussione il fatto di essere anzitutto un aristocratico. Una doppia faccia che, secondo me, senza la Rivoluzione Francese, avrebbe mantenuto tutta la “upper class” colta europea. La spinta progressista ci sarebbe stata, certo, ma non sarebbe stata verso la rottura completa del sistema di valori. Si sarebbe dovuto aspettare ancora parecchio, forse con meno traumi per il nostro mondo, e con un'attenzione maggiore verso le riforme graduali. O forse no. Il bello dell'ucronia è proprio la pluralità di mondi che può generare il verificarsi o no di un singolo fatto-chiave.

Le rivoluzioni le fanno i popoli o gli individui?

Io punto sugli individui che trascinano i popoli. E soprattutto sulle idee. Se l'idea funziona, ci vuole anche qualcuno che la sappia veicolare, e a quel punto una massa che la segua e la faccia propria. E forse anche la congiuntura giusta, la crisi sufficientemente pesante, una maggioranza di gente giovane e disposta a cambiare le cose in maniera radicale, un potere centrale fragile, governanti poco attenti. Non è che il popolo a un certo punto si svegli all'improvviso. Ci vuole un'opera assidua, pluriennale e sotterranea di più persone, un solido impianto ideologico di base e anche tanta fortuna...

Sembra evidente che tu ti sia divertito a giocare con i ruoli immaginari che hai attribuito a personaggi a noi ben noti: Elton John primo ministro inglese, il re Guglielmo d’Inghilterra che piange sua madre Diana, il generale Franco al servizio del Re di Borbone per guidare il massacro in Europa Orientale, e non hai dimenticato nemmeno Hitler, Mussolini e Salazar, che pure in uno scenario alternativo svolgono ruoli credibili, se non di primo piano come quelli che purtroppo hanno storicamente incarnato...

È l'altro aspetto creativo dell'ucronia, divertirsi coi personaggi realmente esistiti, immaginare vite parallele in quello che qualcuno chiama Multiverso. E' anche una debolezza comune a tutti gli scrittori ucronici, il complesso del Demiurgo. Insomma, in fondo creiamo mondi alternativi, perché non andare oltre e impastare i protagonisti della storia “vera” della materia che noi stessi abbiamo confezionato? E poi a me il signor Reggie Dwight sta simpatico...

Il conflitto che descrivi nel romanzo mi è parso un ibrido storico fra le due guerre mondiali, scatenato in sostanza da una perdita dell’equilibrio fra lo strapotere borbonico e le potenze più “democratiche”, in particolare la Gran Bretagna, gli Stati Uniti d’America e la Confederazione Americana. In sostanza il mondo che hai creato è arrivato alla nostra epoca senza aver attraversato la prima e la seconda guerra mondiale. La tesi di fondo è forse che la persistenza di regimi monarchici avrebbe garantito più a lungo un relativa stabilità evitando i conflitti?

Più che una tesi è un'ipotesi di lavoro. Tempo addietro il buon Stefano Baccolini mi intervistò sul tema ucronia e didattica storica e già allora si parlò di come le due dimensioni potessero interferire al fine di una migliore comprensione della storia che si studia a scuola e all'Università. Ero e sono convinto che il metodo sia assolutamente proponibile, e che anzi si scoprirebbero tante pieghe interessanti di eventi fondamentali e no, che sono stati strumentalizzati dalla politica e che la politica non gradisce si studino in modo critico, perché ciò le toglierebbe legittimità. In un Paese rassegnato al tronismo televisivo e sempre meno familiare con la lettura critica un mezzo simile potrebbe essere cruciale per cambiare le cose. Non è un caso, penso, se l'ucronia sia vista con fastidio da certuni e certi altri cerchino di mettervi sopra il cappello per puro spirito revanscista: due posizioni che sono lontane mille miglia dalla mia, come spero si sia capito.

Quali sono i tuoi riferimenti, italiani e stranieri, nella narrativa storica alternativa?

Molti parlano di P.K.Dick: bè direi di sentirmi senz'altro più vicino a scrittori come Harry Turtledove, ma anche a Kim Stanley Robinson. Nella mia narrativa sono peraltro ravvisabili altre fonti: l'amico scrittore Claudio Asciuti ha chiamato in gioco Sturgeon, io mi sento onorato e un po' inadeguato. Continuando con gli autori di sf, visto che credo di appartenere anche a quel genere, inserirei anche un tributo a Robert Silverberg e a Harry Harrison. Direi che di ucronici italiani non ne vedo come modello personale. Mi è piaciuta molto però la trilogia di Enrico Brizzi che è iniziata con L'inattesa piega degli eventi. E, ovviamente, Il Canto oscuro dell'amico Alessio Brugnoli.

Se applichiamo una definizione rigorosa, condivisibile o meno, la fantascienza sfrutta un’invenzione più o meno originale nel campo scientifico; salvo i  casi in cui vi sia una causa spiegabile che crei universi alternativi, in una pura ucronia, come la tua, questo non succede. Semplicemente si immagina che un dato evento o flusso storico sia accaduto in modo diverso o non sia accaduto affatto. Questo tipo di ucronia, la fanta-storia, è davvero fantascienza?

Non mi piace ragionare per schemi. Un romanzo ucronico può anche essere fantascientifico. Per esempio, ne La Corona Perduta si ipotizzano armi progettate su studi dello scienziato Nikola Tesla. In questo senso la storia alternativa può assolutamente ibridarsi con altri generi e reinterpretarli. Lo ha fatto anche Mario Farneti col fantasy, e certe ambientazioni distopiche di China Mièville sono una meraviglia da cui ogni scrittore ucronico dovrebbe trarre lezioni preziose. Se solo si riuscisse a uscire dal pantano del fantastico italiano, dove prima di aprire bocca devi dichiarare a quale parrocchia appartieni, si potrebbe, ne sono convinto, fare e scrivere di molto. Si guardi Tullio Avoledo: un grande scrittore fantastico che è costretto a travestirsi da mainstream perché altrimenti non venderebbe. Il segreto di Tullio è stato questo, oltre a tenersi fuori dalle polemiche; così come tenersi fuori dalla mischia ha giovato a Dario Tonani, che dalla sua ha però anche un grande romanzo come Mondo 9. Insomma, forse il futuro è in queste poche indicazioni: buone idee, poche chiacchiere, molti fatti. E, aggiungo io, niente schemi da scuola di partito o da salottino letterario in dodicesima.

Sono d’accordo. Alla luce della tua notevole esperienza editoriale in questo genere di narrazione, trovi che l’editoria italiana sia ricettiva ad essa? E cosa pensi in generale del panorama editoriale di genere nel nostro paese?

E allora dillo che vuoi provocare... Scherzi a parte, chi mi conosce sa che non mi tiro indietro e che in passato, anche insieme con altri che purtroppo non ci sono più, ho contribuito, con vivacità, a esprimere la mia. Detto con franchezza, l'ucronia come scuola di revanscismo destrorso secondo me non ha futuro. Lo ha se si ibrida con altri generi, come dicevo prima. Generi che aprano le famose porte dell'immaginazione: di nuovo China Mièville insegna. Però occorre tanta immaginazione, ci vogliono idee e tanta applicazione. Con una buona idea nasce spesso anche un buon romanzo e sfido a trovare un editore che fiuti l'affare e si tiri indietro. Poi però c'è la questione dei costi, e tanti altri problemi che sarebbe noioso elencare, ma che poi sono le ragioni per cui un editore lascia anziché lanciarsi. C'è, inoltre, la questione pubblicazione-autopubblicazione: molti ottimi autori escono oggi dal self-publishing, ma per adesso sembra più un ghetto che un'opportunità. Quindi l'universo ebook, che in molti stanno esplorando, non sempre con soddisfazione, ma siamo ancora agli inizi. Quel che conta però secondo me è un'altra cosa: se in Italia ci fosse un gruppo di scrittori di genere agguerrito e propositivo, sono sicuro che si affermerebbe. Invece prevale la stagnazione e tutta la carica sembra risolversi nella sindrome dei polli di Renzo: la guerra tra poveri. In pochi si sottraggono a questo triste schema, rimuginano e razzolano nel proprio ristretto cortile e tendono a una litigiosità patologica. Nessuno o quasi è indenne, ci sono passato anch'io. Fino a rendermi conto di quanto le polemiche servissero a poco. Adesso è giunto il momento di fare un salto di qualità. Creare una cesura, cercare di fare della narrativa credibile, che possa affacciarsi con convinzione a un mercato che cambia. Vedremo se sarà la strada giusta.

Ce lo auguriamo. A cosa stai lavorando adesso?

A dire il vero a un progetto di sf molto particolare, una space opera rivisitata. Procede, si ferma, riprende. Mi diverte molto. E poi, con l'amico Alessio Brugnoli stiamo elaborando un'interessante linea temporale che può a mio avviso diventare una favolosa ucronia. Staremo a vedere.

Grazie del tuo tempo.

Grazie a te.




martedì 24 settembre 2013

"Falsi Dèi" disponibile da domani!

Ed ecco che domani sarà il giorno del nuovo romanzo!
Riportiamo il comunicato ufficiale per tutti gli interessati.
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Dopo Ferro Sette, Falsi Dèi, il nuovo romanzo 
di Francesco Troccoli, 
in libreria dal 25 settembre


 
Lanciato da Armando Curcio Editore a maggio del 2012, Ferro Sette, il romanzo di Francesco Troccoli ambientato in un universo immaginario in cui il Sonno non esiste più, ha riscosso pari successo presso gli appassionati del genere fantascientifico e i lettori mainstream.


Molte recensioni positive su giornali, riviste e siti web hanno fatto di questo libro un vero caso, dimostrando come il genere possa conciliare fra loro evasione e impegno sociale. Per dirla con le parole di Roberto Arduini (giornalista de L’Unità), “L'Universo Insonne creato da Francesco Troccoli ci regala prospettive appassionanti e verosimili sul futuro dell'Umanità del nostro tempo.” Non è un caso, infatti, se la storia del cinico mercenario Tobruk Ramarren, con la sua paura di affrontare i segreti della storia umana nelle profondità della “miniera dei ribelli”, ha conquistato tanti lettori. Identificarsi con il protagonista, con la sua paura di dormire come metafora del timore di affrontare le nostre paure più recondite, è forse il segreto del clamore suscitato dalla storia?
Ma le avventure e le rivelazioni non si esauriscono con Ferro Sette, perché un nuovo volume è in arrivo.
La Armando Curcio Editore è infatti lieta di annunciare che Falsi Dei sarà disponibile nelle librerie italiane dal 25 settembre prossimo venturo.
Maggiori informazioni e un'intervista all'autore sul sito della Armando Curcio Editore: qui


Il libro può essere già prenotato in Amazon, qui.

giovedì 5 settembre 2013

La recensione doppia di "Retroguardia"

Ringraziando i curatori della testata, ecco una doppia recensione a Ferro Sette e Domani forse mai, a firma di Giuseppe Panella, su RETROGUARDIA.


 Cito, con un tocco di narcisismo: "...Troccoli si conferma come uno scrittore di rara capacità introspettiva." e ringrazio in particolare anche per questa bella dichiarazione.

domenica 9 giugno 2013

Urban-Fantasy.it recensisce "Domani forse mai"

Lietissimo delle parole di Chiara K. Listo, che anche qui ringrazio, sul portale "Urban-Fantasy.it" in merito alla mia raccolta personale Domani forse mai pubblicata da Wild Boar grazie all'Associazione Ri.L.L. che l'ha voluta e curata.
Qua sotto cito, mentre per la recensione completa seguite il link in coda.

"Ma in fin dei conti, il metodo di scrittura e gli argomenti di Francesco Troccoli non sono che migliorati nel corso degli anni, ed è quasi impossibile non lasciarsi immergere nel sapore misterioso e opalescente dei suoi nove racconti: le differenze di scrittura nel corso degli anni diventano quasi gradevoli, i personaggi rimangono e si arriva a provare per loro, in taluni casi, sincero affetto. Mi riferisco al protagonista del primo racconto, Tempus Fugit, alle prese con un terribile sfasamento temporale. Ma lo stesso vale con Von Braun, l’amante della buona cucina e dello Strudel alla Viennese, nell’omonimo secondo racconto. Cambiano i tempi, le epoche, i protagonisti: si va dai tempi del terribile Torquemada in Esposa de Satan, ai giorni nostri a un futuro vagheggiato con gli umani che vivono sulla Luna, per arrivare ad un fantastico degno di Zafòn (uno degli autori ai quali, tra l’altro, Troccoli si ispira) in “Il caso estremo di Ana Caldeira“."

Ora, se ne avete voglia, andate qui per il testo integrale.

martedì 21 maggio 2013

Fantascienza umana: "CRISIS" sta arrivando!

Se il 2012 ha visto l'uscita del mio primo romanzo e della mia prima raccolta, il 2013 vedrà nei prossimi giorni l'uscita della mia prima curatela. Insieme ad Alberto Cola abbiamo infatti curato una selezione piuttosto rigorosa di otto racconti, scritti da nove autori, che abbiamo imperniato sul tema della crisi economica. 
Il titolo della raccolta che è così nata, manco a dirlo, è "Crisis". Luigi Petruzzelli (Edizioni della Vigna), che ringrazio, ha creduto in questo progetto sin da subito, e dopo un anno e mezzo di lavoro, il libro è ormai in dirittura d'arrivo.
La prima presentazione è infatti prevista a Bellaria, durante la Italcon, sabato 25 maggio alle ore 17.30 e il volume può già essere acquistato nel sito dell'editore, precisamente: qui.
"Crisis" (I edizione maggio 2013, ISBN 978-88-6276-107-9) è pubblicata appunto dalle Edizioni della Vigna e contiene racconti di fantascienza di Giulia Abbate, Donato Altomare, Andrea Angiolino, Gabriele Falcioni, Francesca Garello, Francesco Grasso, Alessandro Morbidelli, Luigina Sgarro, Alessandro Vietti. Nomi più e meno noti, che hanno prodotto racconti, come vedrete, di elevato livello qualitativo.
Mi pare che il modo migliore per parlarvi dell'opera, di cui io e Alberto siamo molto soddisfatti, sia pubblicarne la prefazione e la copertina, quest'ultima essendo mirabile opera di Luca Frasca.
All'insegna, come per Ferro Sette, di una Fantascienza Umana e umanista, positiva e consapevole delle proprie ambizioni, anche editoriali, nei confronti di qualsiasi lettore, compresi i non esperti del genere, che sono convinto troveranno spunti stimolanti in rapporto alla propria quotidianità.
Al contrario di quel che potreste pensare, in questo libro troverete soluzioni, e non problemi.
Buona lettura!


 A crisis can be a real blessing to any person, to any
nation. For all crises bring progress.”

“La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone
e paesi, perché ogni crisi porta il progresso.”
Albert Einstein


Abbiamo chiesto agli autori di questa raccolta di immaginare un mondo collocato in un futuro non troppo lontano. Abbiamo chiesto loro di raccontarci una storia ambientata in una qualsiasi regione terrestre e in un periodo posto a un massimo di cento anni dalla “più grande recessione planetaria di tutti i tempi”.
La crisi del 2014.
Lo scopo del libro che è così nato è duplice: da un lato, esorcizzare la difficile realtà dell’oggi, ovvero porre in atto una specie di “rituale” narrativo consistente nel raccontare una crisi mondiale alle porte come un evento puramente fantastico, nella “certezza-speranza” che non possa mai conquistare dignità di fatto storico; dall’altro, proiettare a beneficio dei lettori alcuni scenari di un futuro nel quale la crisi sia vissuta dai protagonisti delle varie narrazioni come un pericolo ormai superato, che ha però condizionato in modo drastico la storia degli individui, delle loro famiglie, delle aggregazioni e delle comunità, così come le vicende e gli equilibri sociali, politici ed economici su scala planetaria.
Sono queste le sole indicazioni fornite agli autori, all’insegna di una tonalità di fondo che fosse il più possibile “positiva”, incentrata sulla capacità dell’essere umano di superare le prove più difficili, tanto individualmente quanto come collettività.
Fra le tante possibili declinazioni della fantascienza, ci è piaciuto far leva sulla sua valenza di genere teso a una profonda valorizzazione dell’essere umano, della sua capacità di reagire alle più gravi avversità, della sua capacità di immaginare un percorso diverso, alternativo e, se possibile, vittorioso. Un essere umano che, a dispetto della spinta distruttiva di macrosistemi sociali ed economici, tornasse al centro del comune sentire, interprete di una fantascienza in grado di renderlo unico e indiscusso protagonista del proprio destino.
Pensiamo infatti che di questi tempi la vera sfida, per un autore, sia saper scrivere una storia valida che miri a un lieto fine senza scadere in tediosi buonismi di sorta. È estremamente più arduo che cedere alla banale tentazione di scivolare in un catastrofismo che ci appare come un inflazionato manifesto di inerzia, quando non di impotenza, sociale.
Insomma, abbiamo voluto che un selezionato gruppo di penne, più e meno note, immaginasse una grande crisi, pur con i suoi drammi, le sue angosce e i suoi conflitti, come l’occasione per un nuovo inizio.
Desideravamo la visione differente di un mondo che dovrà, per forza di cose, essere diverso. E l’abbiamo ottenuta.
Quelli che vi apprestate a leggere sono otto racconti capaci di avere un sicuro impatto emotivo, di infondere una suggestione intatta e potente. Otto storie che erano lì, in attesa che il tempo per raccontarle fosse quello giusto.
Noi eravamo pronti, e ve le proponiamo.

Francesco Troccoli
Alberto Cola

lunedì 20 maggio 2013

I sogni di Cartesio.

Segnaliamo l'ennesima fatica delle Edizioni della Vigna di Luigi Petruzzelli (molto produttive in questo periodo, ne siamo lieti!), consistente in una raccolta (eh sì, al momento "tirano", ed è anche questo di certo un bel segnale) di racconti che hanno per tema la filosofia nella fantascienza.
Trovo meravigliosamente indovinato il titolo, che sembra alludere a una separazione dal razionalismo del cosiddetto "padre" della moderna filosofia occidentale.
Sono particolarmente soddisfatto del mio "Ipse dixit", incluso nel libro, che narra la vicenda di un ragazzo che incontra Aristotele... nel futuro. Il racconto, sebbene in un periodo molto distante, si colloca nello stesso universo immaginario del mio romanzo "Ferro Sette", ovvero la grande alleanza di mondi dell'Oikos delle Genti, ed è in particolare ambientato nella città di Nuova Salonicco nel sistema della Ionnia.
I curatori del volume sono Giuseppe Panella e Luca Ortino, che ringrazio per l'apprezzamento che hanno espresso da subito su "Ipse dixit". Dopo la copertina, in basso, troverete la descrizione del libro nel sito dell'editore.
L'appuntamento è a Bellaria (RN) alle ore 17.00 del prossimo sabato 25 maggio, durante la Italcon 39, per la presentazione del libro.



La filosofia e la fantascienza hanno molte cose in comune. Sì, perché il nome che probabilmente sarebbe più adatto per il genere non è fantascienza, ma letteratura speculativa. Dilemmi etici, futuro dell’universo, possibilità dell’Uomo e suoi rapporti con il creato sono temi tipici della letteratura speculativa.
Così in questo volume troverete le storie di diciannove scrittori che si sono cimentati nella sfida. Seguirete di persona le lezioni di Aristotele, apprenderete i segreti di Nietzsche, rifletterete sul destino ultimo dell’Universo, leggerete diverse ipotesi sul fato dell’Uomo, mediterete sull’intima struttura del Tempo, disquisirete di anima e di amore, scoprirete il segreto che consente di discernere il Bene dal Male...
...o comunque avrete occasione di pensare e di riflettere. Cosa non disprezzabile.
Ulteriori dettagli sono disponibili qui.


mercoledì 15 maggio 2013

"Un caso dimenticato" ora anche su "Sinistre presenze".

Fra i 17 racconti di questa nuova raccolta curata ancora una volta per le Edizioni Bietti dall'instancabile Gian Filippo Pizzo insieme a Walter Catalano, anche Un caso dimenticato della Romagna Toscana, a firma del sottoscritto, probabilmente il contributo più "soft" a questo insieme di racconti, anche presente nella raccolta personale "Domani forse mai".

SINISTRE PRESENZE
17 racconti horror impegnati
a cura di Walter Catalano e Gian Filippo Pizzo
prefazione di Valerio Evangelisti
Ed. Bietti, 2013 - € 20


Sinistre presenze è una antologia di racconti horror di autori italiani che fa il paio con la precedente Ambigue utopie pubblicata da Bietti nel 2010.
  Se Ambigue utopie apparteneva al genere fantascientifico, in particolare per gli aspetti rientranti nei sottogeneri dell'utopia e dell'ucronia, Sinistre presenze si muove decisamente nell'ambito del genere orrorifico, nelle sua varie sfaccettature che vanno dal noir metropolitano al dark fantasy, dal gotico più tradizionale al weird fino allo splatter.
    Ma caratteristica essenziale delle due antologie è l'impegno presente in tutti i racconti. In Ambigue utopie questo impegno era di tipo politico, con precisi riferimenti alla realtà dei nostri tempi e alla situazione italiana, Sinistre presenze ha invece uno sostrato più di tipo sociologico ("politico" in senso lato).
    Si troveranno quindi racconti che affrontano problemi quali le vittime di incidenti stradali, il dramma dei migranti abbandonati in mare, le guerre nei Balcani, i cani lasciati in autostrada, le infermiere della "dolce morte", gli ultras violenti delle squadre di calcio, le sparizioni e i misteri dell'America Latina...
    Tutto questo senza dimenticare che si tratta sempre di racconti horror, quindi storie piene di tensione, di  mistero, di angoscia. Storie insomma che mettono i brividi.
    L'obiettivo dei curatori era di dimostrare che la narrativa horror, oltre che piacevole e catartica lettura possa essere veicolo di istanze sociali. Tra gli autori presenti alcuni maestri del genere o specialisti della fantascienza. I racconti sono di Danilo Arona, Claudio Asciuti, Denise Bresci, Andrea Carlo Cappi, Carducci e Fambrini, Catalano, Alessandra Daniele, Luca Ducceschi, Alessandro Morbidelli, Michele Piccolino, Pizzo, Pierfrancesco Prosperi, Franco Ricciardiello, Stefano Roffo, Dario Tonani, Francesco Troccoli, Alessandro Vietti.

mercoledì 1 maggio 2013

Domani forse mai alla sua seconda edizione.


Copiamo dal sito dell'Associazione Ri.L.L.:

Sono adesso disponibili le copie della seconda edizione di Domani Forse Mai, l'antologia di racconti fantastici di Francesco Troccoli, da noi curata. Un volume che, dopo la sua presentazione a Lucca Comics & Games 2012, ha riscosso molto interesse fra gli appassionati, tanto da rendere ora necessaria una ristampa.
Domani Forse Mai resta in offerta al prezzo speciale di 9 euro (spese postali incluse).

La bellissima notizia (in originale qui) si commenta da sé.  E chi vuole saperne di più sul libro, legga qui.

martedì 2 aprile 2013

Ferro Sette finalista anche al Premio Italia.


Lieto di apprendere che, dopo il piazzamento come finalista in occasione del Premio Vegetti 2013, il romanzo Ferro Sette è anche finalista al Premio Italia nella categoria "Miglior romanzo professionale". A ciò si aggiunge la presenza, ancor più inattesa, di Stelle della notte, un racconto scritto nel 2010 e pubblicato solo lo scorso anno su Living Force, il magazine degli amici dell'Associazione Yavinquattro, come finalista per la categoria "Miglior racconto su pubblicazione amatoriale".

Tutti i finalisti sono visibili a questo link.

mercoledì 27 febbraio 2013

Sabato a Roma il Reading di RiLL con "Domani forse mai"

La ghiotta notizia riguarda anche chi Vi scrive e il suo "Domani forse mai". Sabato a Roma si terrà un "reading" dalle ultime due pubblicazioni curate dall'Associazione Ri.L.L.
In quest'occasione farò anche parte dei lettori... 


RiLL invita tutti gli appassionati alla presentazione romana dell'antologia Il Carnevale dell'Uomo Cervo e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni, che si svolgerà sabato 2 marzo, dalle 18, presso la Libreria Altroquando (via del Governo Vecchio 80, adiacente Piazza Navona). Parleremo anche dell'altro volume curato da RiLL nel 2012: Domani Forse Mai, dedicato ai racconti fantastici di Francesco Troccoli.
Nel dettaglio, ad animare la presentazione del 2 marzo saranno molti autori.
In particolare, saranno presenti Francesca Garello, Paola Urbani e Massimiliano Malerba, premiati in più edizioni del Trofeo RiLL e pubblicati nelle varie antologie Mondi Incantati, e poi tre giurati del concorso: Massimo Pietroselli (vincitore del premio Tedeschi e del premio Urania, e ora in tutte librerie col thriller “Alphabetum - La confraternita del saio nero”, ed. Newton Compton), Massimo Mongai (vincitore del premio Urania col romanzo “Memorie di un cuoco d’astronave”) e Andrea Angiolino (giornalista e game-designer).
Ad arricchire l'incontro saranno poi gli interventi di Barbara Sbrocca e Francesco Troccoli, che leggeranno alcuni brani tratti dai racconti degli autori presenti.
Con Francesco Troccoli parleremo anche di Domani Forse Mai (ed. Wild Boar), l’antologia di suoi racconti fantastici realizzata da RiLL. Una raccolta uscita nello stesso 2012 in cui la Armando Curcio Editore ha pubblicato “Ferro Sette”, il romanzo di fantascienza d’esordio di Francesco Troccoli, e con la quale RiLL ha voluto proporre insieme i migliori racconti di Francesco Troccoli, quelli premiati in molti premi letterari e che lo hanno portato all’attenzione degli appassionati fra il 2006 e il 2011.
Vi aspettiamo!!
Per maggiori informazioni: info(at)rill(dot)it
Nella foto: un momento della (affollata) presentazione alla Libreria Altroquando delle antologie curate da RiLL nel 2011.
Da sinistra: gli autori Luigina Sgarro, Emiliano Angelini, Massimiliano Malerba, il RiLLino Alberto Panicucci e i due lettori Francesco Troccoli e Barbara Sbrocca.
(foto di Valeria De Caterini)

martedì 5 febbraio 2013

La recensione di "Domani forse mai" di Daniele Barbieri

Quando Severo De Pignolis si esprime così, come si può non ringraziarlo di cuore? Scherzi a parte, eccovi la (bella) recensione di Daniele Barbieri a "Domani forse mai".

Recensione a una (bella) antologia di Francesco Troccoli
«Gli anni passano travestiti da giorni». Oppure: «un dio con il volto di tutte le donne». E ancora: «chi ha dimenticato aperta la Porta dei sogni?». Non è solo bravo a scrivere storie Francesco Troccoli ma anche a lasciar lì per strada frasi-gancio che catturano e si fanno ricordare.
La casa editrice Wildboar distribuisce, per conto di Rill (Riflessi di luce lunare) questa antologia di nove «racconti fantastici» – 112 pagine per 9 euri, gustosa copertina di Valeria De Caterini – che è la seconda della serie, dopo quella di un anno fa dedicata a Emiliano Angelini e già recensita su codesto blog.
Buoni tutti e 9 i racconti con un paio tendenti all’ottimo... continua a leggere... sul blog di Daniele Barbieri.



lunedì 24 dicembre 2012

Domani Forse Mai: la prima recensione, a firma di Miriam Mastrovito.



Sul Blog Il Flauto di Pan, Miriam Mastrovito firma la prima recensione di Domani Forse Mai. Quando una brava scrittrice spende parole positive su di te, il valore aggiunto è raddoppiato. Miriam aveva già parlato molto bene anche di Ferro Sette (in questa recensione sul Blog Strepitesti).
La recensione della raccolta si trova qui. Davvero un bel regalo di Natale.

domenica 18 novembre 2012

Ferro Sette al Lucca Comics 2012.


Ringraziando l'editore Armando Curcio e l'organizzazione di Lucca Comics che ci ha messo a disposizione il filmato, ecco la presentazione integrale di Ferro Sette e Domani Forse Mai tenutasi in quel di Lucca il 3 novembre u.s., sponsorizzata da Curcio e curata da RiLL.


Seguendo invece questo link troverete la possibilità di ascoltare l'intervista a Radio Fantasy On Air, cliccando su "Sabato 3 novembre", per la quale ringrazio tutto lo staff per l'affettuosa ospitalità.